Codename Vestia - Capitolo 13
Traduzione: A_G_V – Check: SimoDrago
Codename Vestia – Capitolo 13
Doyeong improvvisamente la fissò e disse…
“Sale.”
Lei gli consegnò un barattolo di sale. L’uomo fissò il barattolo. Dopodiché Camar chiese.
“Cosa succede?”
“Niente.”
Così agitò il barattolo appena preso e aggiunse il sale al suo cibo.
Dopo aver mangiato, la vampira iniziò a fare un trapano a volano per accendere un fuoco. Fortunatamente non era così primitiva da strofinare la legna insieme con le mani.
Sarebbe molto più conveniente fare un pistone di fuoco ma Camar non aveva neanche un coltello per tagliare il legno. Usava una lancia di pietra come un uomo preistorico.
Ciononostante gli egiziani non avevano già costruito le piramidi 3000 anni fa?
Penso che sarebbe più accurato chiamarla una manica della sopravvivenza che sceglie deliberatamente e usa solo metodi primitivi.
“Comunque, dov’è il mio coltello?”
Ora che ci pensava, il coltello che aveva usato per attaccare Camar era anche stato rubato dal ragazzo Spetsnaz in primo luogo. ‘Quel ragazzo deve essersi incazzato dopo aver scoperto che è stata colpa mia.’
“Pericoloso. Non puoi giocarci.”
Glielo disse come una madre che sgridava il suo bambino. Doyeong ne fu sorpreso ma tese la mano verso di lei e disse,
“Dammelo.”
E poi si mise un trapano a volano…
La ragazza vide che era familiare con il metodo di costruzione dell’utensile e mentre tirava fuori qualche fiore e chiese
“Come fa Tenente a sapere tutto questo?”
Le persone che erano venute su quest’isola prima di lui, più erano abili nell’usare le loro mani e più erano vecchi, ma anche allora non potevano fare niente nella natura incontaminata. Però Doyeong era abile come un guerriero tribale.
Lui, ancora assorto nella manifattura, rispose casualmente
“Fin da quando ero piccolo mio padre mi ha portato spesso con lui nelle foreste o in montagna.”
Non poteva dire ‘perché sono un membro delle Forze Speciali’ e questa non era una completa bugia, comunque.
Fortunatamente Camar non sembrava sapere che i suoi vestiti fossero dell’uniforme militare.
“Invece, tua madre?”
Improvvisamente si interessò alla storia della famiglia di Doyeong.
“Ordinaria impiegata.” Replicò lui.
Anche se il cosiddetto ufficio è una famosa compagnia cosmetica che viene immediatamente in mente quando pensi alla Francia, è comunque nella categoria ‘normale’ paragonato al lavoro di Doyeong e del suo vecchio padre. Ma com’era finita con lo sposare suo padre che era un membro delle forze speciali…
“Come si sono sposati?”
Alla fine lei chiese.
“Loro due vivevano nello stesso quartiere fin da piccoli. Però non erano amici molto intimi per via della differenza di età. Un giorno mia madre, che era una studentessa universitaria, ha iniziato a lavorare part-time al McDonald dove mio padre andava spesso.
Ad essere onesti, ai francesi non piacevano i fast food americani dato che vivevano in un paese di buongustai ma…
N/CH: buongustai… il cibo francese fa cacare!
“Mio padre aveva un lavoro pendolare e irregolare. Diceva che era molto impegnato e aveva il tempo di mangiare solo quando tutti i negozi erano chiusi quindi frequentava i fast food che erano aperti 24 ore al giorno.”
‘Inoltre suo fratello casualmente lavorava lì quindi andava al McDonald più spesso.’
“Ma un giorno si era improvvisamente domandato perché mia madre faceva sempre il turno della mattina presto o della tarda notte, nonostante la sua stanchezza. Quindi un giorno, quando andò al negozio, le chiese il ‘Perché?’.”
Allora sua madre aveva detto con uno sguardo indifferenza sul bancone…
“Perché pensi che lo faccia?”
Doyeong minimizzò.
“Venne fuori che fosse così.”
Anche Camar comprese e fece una piccola esclamazione.
“Forte… Molto…”
Camar strinse i pugni mentre cercava di trovare un’espressione appropriata ma non riuscì a pensare alla parola.
“Romantico?”
Invece Doyeong parlò come se fosse la risposta ovvia e lei annuì.
“Umm.”
Doyeong sorrise.
“Mio zio, che ha sentito la storia da mio padre, ha detto di essere confuso quando lo ha scoperto inizialmente…”
“Hai uno zio?”
Lui la guardò. Passò un secondo e quando Camar iniziò a sentire la strana atmosfera, Doyeong disse distrattamente,
“Avevo. Ora è morto.”
Per mano di un vampiro.
Era successo quando Doyeong aveva 10 anni. Suo padre aveva tentato di salvare suo zio quella volta ma, alla fine, era stato costretto a sedere sulla sedia a rotelle per il resto della sua vita. Incapace di svolgere il suo compito, suo padre dovette lasciare la GIGN di cui era così orgoglioso e la famiglia ebbe un periodo molto difficile per un po’.
N/T: Il Groupe d’intervention de la Gendarmerie nationale (Gruppo d’Intervento della Gendarmeria Nazionale), abbreviato GIGN, è un’unità d’élite della Gendarmeria nazionale francese specializzata in azioni antiterrorismo, nella liberazione di ostaggi e in operazioni speciali.
Tuttavia, visto che erano una famiglia, le persone rimanenti tennero duro e rimasero. Sua madre non lasciò suo padre che aveva perso la sua gamba e suo padre non rinunciò alla sua vita anche con la frustrazione dell’aver perso il suo sogno e la sua gamba insieme a suo fratello.
Quindi anche Doyeong non ebbe il tempo per essere travolto dall’odio per le cose che avevano portato via suo zio.
Improvvisamente guardò Camar, che era concentrata sulla storia mentre teneva ancora i fiori come se si fosse dimenticata di mangiarli.
Un giorno i vampiri avevano portato fiori come simbolo di pace.
Ad un certo punto si era chiesto perché non avesse alcun odio verso i vampiri. E ora, dopo così tanto tempo, aveva vampiri come amici, colleghi e…
Iniziò a sentirsi stanco forse perché aveva mangiato troppo.
“Sono stanco. Dormiamo.”
E si coricò dal nulla, quindi lei gli chiese con gli occhi spalancati,
“Così improvvisamente?”
“Sì, mi sento improvvisamente stanco.”
e chiuse gli occhi.
Dopo un po’ si addormentò. Il suo respiro divenne regolare.
La ragazza lo guardò mentre mordicchiava il fiore che si era dimenticata di mangiare. Ciglia leggermente colorate sedevano ordinatamente sotto i suoi occhi chiusi.
Sembrava come una scultura che aveva visto ad Atene, in Grecia, molto tempo fa.
Paragonato agli standard dell’era in cui era nata, quando un uomo che era muscoloso e mascolino era lodato come un vero uomo, i tratti facciali di Doyeong erano abbastanza lisci e delicati da sembrare femminili. Ciononostante non alteravano minimamente la sua mascolinità.
Le sue spalle erano larghe e lo stomaco che aveva toccato l’ultima volta era solido. Aveva anche grandi mani…
Per qualche ragione voleva accarezzargli il naso.
N/T: Il naso, ‘sta vampira ha fetish più strani dei miei…
Badump. Badump. Badump.
Si udì un battito potente provenire dalle sue costole.
Il suono di un battito cardiaco.
Suono di vita.
La vampira seguì il suono avvicinandosi. Mentre la distanza diminuiva, poté sentirlo respirare attraverso le labbra ruvide leggermente aperte.
Questa sensazione non le era familiare.
Doyeong aveva detto che sua madre lavorava in un fast food per vedere l’uomo che le piaceva, che aveva scelto anche un orario in cui gli altri erano riluttanti a lavorare.
Si sentiva in questo modo?
‘È la stessa sensazione?’
Camar mise un punto di domanda alla fine dei suoi pensieri senza realizzarlo.
Le piaceva nel modo in cui alla madre di Doyeong piaceva suo padre?
Però, a prescindere da quanto ferocemente l’avesse combattuta quando si erano incontrati la prima volta, lui era solo un umano. Anche se era sicuramente diverso dagli umani giunti fiunora sull’isola…
Allora, improvvisamente, aprì gli occhi e la ragazza trasalì.
Pensava che si sarebbe accigliato per ciò che stava facendo ma, forse perché era stanco, la fissò semplicemente con i suoi occhi blu grigiastri che sprofondavano come il mare prima della tempesta.
‘Penso che sia perché mi sono avvicinata troppo.’
Pensò lei provando ad alzarsi.
“Scusa…”
Invece, lui l’afferrò e la tirò a sé. Venne trascinata in modo goffo e deposta al suo fianco.
“Dormi anche te.”
Allora le diede una pacca sulla spalla, come se stesse mettendo un bambino a nanna. Subito dopo l’uomo tolse le mani, ma il suo calore rimase dove l’aveva accarezzata. Camar si toccò quella parte e un sorrise.
***
Al mattino presto Doyeong aprì i suoi occhi ma il posto di Camar era già vuoto. Vedendo che anche le coperte erano state riordinate, sembrava che fosse uscita con un obiettivo.
Gli aveva lasciato un messaggio sulla coperta piegata.
Vado ad arrostire.
Sembrava che avesse fatto del suo meglio ma l’ortografia era comunque fantastica, a suo modo.
“È un disastro.”
Afferrò il messaggio e mormorò.
Ma perché quella scrittura contorta, in cui si potevano sentire le tracce del suo duro lavoro, sembrava così carina?
Come una madre che stava per partire ma riusciva comunque a cucinare un piatto di pasta e lasciava la colazione sul braciere.
Si alzò dopo aver fatto colazione e uscì zoppicando. La spiaggia era vuota.
‘Dove sarà andata?’
Ma poi pensò che non era una bambina di cinque anni e non era particolarmente preoccupato mentre diceva tra sé che tanto il gatto che usciva sarebbe probabilmente tornato entro il tramonto.
Doyeong si fece una leggera doccia, si sedette sotto l’ombra di un albero dove era solito passare il tempo e aprì il libro che aveva portato con sé.
Era un libro che aveva trovato tra una pila di libri in molte lingue, come se appartenessero tutti agli ospiti dell’isola che erano andati e venuti. Lo aveva letto per la prima volta quando era bambino.
Era immerso nella lettura da un po’, quando scoprì qualcosa infilato tra il resto del libro e la copertina.
‘Cos’è?’
Girò il libro e ciò che trovò fu una vecchia lettera sbiadita.
Doyeong aprì la busta, tirò fuori la lettera e la spiegò. Era scritta in francese antico e in una lingua che sembrava essere tedesco in termini di parole e struttura della frase. Ma non era tedesco…
Era olandese.
‘Johannes.’
Per qualche motivo poté immediatamente riconoscere chi l’aveva scritta.
Apparentemente Johannes sembrava essere un intellettuale abbastanza educato che apparteneva alla Compagnia delle Indie orientali e, visto che il francese era una lingua internazionale in passato, doveva parlare piuttosto bene il francese.
Anche se non sapeva leggere l’olandese pensava che Johannes potesse aver scritto lo stesso contenuto due volte, perché la lunghezza del testo era simile.
Iniziò a leggere la lettera.
Era scritta in francese antico quindi era difficile capire alcune parti ma come qualcuno che aveva letto tutti i lavori di Molière, non era messo così male da non riuscire a leggerlo.
Doyeong si fermò lì per un po’.
’22 anni?’
Una strana sensazione… C’era un sentimento di gelosia.
‘No, non dimenticare che io e Camar non abbiamo niente a che fare l’un con l’altra e non siamo fatti fisicamente per stare insieme.’
Doyeong, cercando di non smettere di leggere la lettera, la girò.