Codename Vestia - Capitolo 7
Traduzione: A_G_V – Check: SimoDrago
Codename Vestia – Capitolo 7
Doyeong aprì i suoi occhi. L’ambiente familiare di una baita catturò il suo sguardo.
‘Non era un sogno.”
Mentre ingoiava un sospiro, sentì una sensazione calda dietro di sè.
Quindi si voltò sorpreso. Era perché Camar stava dormendo vicino alla sua schiena.
L’uomo si alzò velocemente.
“Cosa succede?”
La ragazza si svegliò al rumore e aprì gli occhi, sembrando disorientata. Comunque, appena realizzò la situazione in cui si trovava, si alzò subito e fece velocemente qualche passo indietro.
“Scusa.”
Doyeong chiese sospettosamente.
“Perché ti eri attaccata alla mia schiena?”
Camar vacillò come una bambina che aveva fatto un grande errore.
“Questo… Il suono del respiro di Tenente mi ha reso stanca. Stavo ascoltando…”
Stava dicendo che aveva ascoltato il suono del suo respiro e si era avvicinata inconsciamente.
Ad essere onesti, Doyeong era stato sorpreso dopo aver visto come prima cosa appena sveglio una tale bellezza, come non ne aveva mai viste prima, attaccata alla sua schiena.
Comunque non aveva alcuna intenzione di correggere il fraintendimento.
“Sono successe così tante cose così presto.”
L’uomo scosse la sua mano a malincuore.
“Fa caldo. Dammi un po’ d’acqua.”
Camar si alzò velocemente e gli versò l’acqua. La bevve da solo dato che poteva comunque alzare una coppa d’acqua anche con le mani legate. Camar lo fissò.
Con occhi pieni di fascino, la cui intensità poteva essere abbastanza forte da fare anche un buco. Doyeong spalancò gli occhi e smise di bere.
“Cosa?”
“Interessante. Bere acqua.”
Camar, che lo aveva detto, era come una bambina che fronteggiava un fenomeno che non aveva mai visto prima. Ma Doyeong rispose cinicamente.
“Non sto neanche bevendo acqua dal naso. Qual è il problema?”
Camar era sorpresa.
“Sai bere dal tuo naso?”
“Puoi farmi bere in pace?”
Camar schioccò le labbra dopo aver realizzato che era sarcastico, quindi chiese.
“Non sei spaventato da me, Tenente?”
Doyeong esaminò Camar da testa a piedi.
“Vorrei sapere perché diamine dovrei temere una tale idiota.”
“Non sono un’idiota.”
Le guance gonfie erano così paffute che voleva pizzicarle. Doyeong era troppo pigro per rispondere e scosse la sua mano.
“Ho visto vampiri ogni giorno quindi non sono spaventato.”
Lavorare con i vampiri, fare battute, braccio di ferro e giocare con le carte. Il motivo per cui temeva le bestie selvatiche come leoni e tigri era perché le parole non funzionava con loro. Se potessi persuadere le bestie con le parole e farle sedere tranquillamente al tuo fianco allora non ci sarebbe nessun motivo per essere spaventato.
Camar chiese curiosamente.
“Li vedi ogni giorno? Come?”
Non poteva dire che era perché appartenevano a un’unità militare dove umani e vampiri lavoravano insieme quindi Doyeong chiese invece.
“Non sai che i vampiri e gli umani vivono insieme all’esterno?”
“Lo so, ma…”
‘Lo sa quindi questo significa che c’è un modo per comunicare con il mondo esterno.’
Pensò Doyeong. Allora Camar disse.
“Però, le persone temono i vampiri.”
“Perché lo dici? Sei mai stata lapidata e cacciata dalla città?”
Camar annuì. Doyeong conosceva molti vampiri e aveva sentito molte storie incluso ciò che aveva sopportato prima che venisse rivelato che i vampiri erano reali.
Di fatti, non c’erano molti veri vampiri tra le persone che erano state perseguite dagli umani –presumibilmente perché c’era una differenza di potere– ma aveva sentito che c’erano molti casi di persone cacciate dalle città perché era stato scoperto qualcosa di sospetto.
Doyeong portò le sue mani in avanti e le avvolse intorno alle sue gambe.
“È così? Sei venuta su quest’isola disabitata perché eri così ferita dagli umani che gradualmente hai cercato posti con meno persone?”
Se è così, capisco perché vivi da sola in un posto come questo.
“È troppo…”
Comunque Camar vacillo e Doyeong si accigliò.
“Stai dicendo sì o no?”
Camar girò la testa di lato.
“Non lo so.”
‘Perché stai agendo in modo carino?’
Doyeong fu sorpreso di avere un pensiero simile.
Però Camar era sulle sue ginocchia quindi le sue gambe erano esposte. Doyeong voleva davvero colpire l’uomo dentro di lui. Non importava quanto si dicesse ‘è una vampira’, voleva comunque accarezzare quelle gambe abbaglianti.
‘Ho passato di peggio.’
Era stato catturato e picchiato dai terroristi. Era a malapena scappato e aveva salvato la sua piccola vita nuotando verso un’isola deserta solo per farsi rompere la gamba in un combattimento perché una vampira apparentemente viveva lì.
Poi sospirò e guardò Camar.
“Non mi darai la colazione? Hai intenzione di farmi morire di fame? Non conosci la Terza Convenzione di Ginevra?”
N/T: La terza convenzione di Ginevra scritta nel 1925 e modificata nel 1949 riguarda il trattamento umanitario dei prigionieri di guerra.
***
“Tenente!”
In lontananza, Camar scorse un grande pesce che aveva visto solo nei libri sui fossili antichi. Sarebbe stata una bugia se avesse detto che il suo aspetto bagnato mentre saltava eccitata come un cane nell’acqua con il corpo nudo non fosse… No, era molto carina.
Ora che ci penso, sembra un po’ più giovane di Yeonha.
Yeonha era la vecchia compagna di squadra e amica di Doyeong ed era un sottoufficiale della terza squadra UOPI (Unità Operativa di Pronto Intervento) che aveva guidato mentre era nella branca della CMAT di Seoul.
È una storia diversa ma Doyeong era stato appena assegnato alla Squadra TF(Task Force) Pacifico della Divisione della Guardia Centrale 2 anni fa. Questo perché la sua performance alla branca di Seoul era stata eccezionale.
Unendosi alla squadra TF dalla branca permanente era una promozione significativa e l’attitudine di Doyeong era la migliore sia per la TF che per la branca permanente vicina alla S.W.A.T.
E questo era ciò che era successo dopo un’infiltrazione fallita in una missione della TF.
Ad ogni modo, il membro più giovane era una vampira come Camar. Il suo aspetto si fermava ai diciannove anni e anche la sua età mentale era sottosviluppata. Ora era sposata ed era cresciuta un po’ ma loro due gli davano la stessa sensazione, quindi ieri si era sentito inconsciamente come se stesse molestando Yeonha.
“Guarda! Grande!”
Camar corse verso Doyeong che era seduto sotto l’ombra degli alberi e sorrise ampiamente mentre teneva il pesce.
La differenza da Yeonha era che questa trasudava un corpo più maturo con gusti più forti. Sembrava che mere parole non fossero abbastanza per descriverlo.
Camar inclinò la testa e chiese quando Doyeong la fissò senza rispondere.
“Tenente, fa male?”
Doyeong sospirò e tese le sue braccia sulle sue ginocchia piegate. Mostrando le sue braccia con i polsi legati.
“Se fossi in me, ti sentiresti meglio in questa situazione?”
“Odi le corde?”
“Stai attenta se vuoi dire che ti piacciono le corde. Alcune persone potrebbero anche volerti legare.”
Camar inclinò la testa.
“Cosa intendi? Hai detto parole dure, Tenente.”
Doyeong non rispose perché non voleva dirle cosa intendeva.
Nel frattempo Camar si perse nei pensieri. Se Doyeong avesse voluto fare qualcosa, non avrebbe perso una grande opportunità come la scorsa notta. Visto che pensava che stesse dormendo al suo fianco, anche lei era caduta nel sonno profondo.
Camar improvvisamente si inginocchiò di fronte a lui e Doyeong la guardò. Camar gli tese il suo mignolino.
“Allora promesso. Non correre.”
La splendida spiaggia di sabbia bianca luccicava sotto il sole cocente dietro la ragazza. E sotto l’ombra, anche se era solo una promessa verbale, gli occhi rossi oscurati sembravano essere seri.
“Vorrei correre ma non posso.”
Camar tenne il suo dito e si sentì in qualche modo sopraffatta. Doyeong, d’altro canto, stava facendo un’espressione unica in cui era bravo, alzò un sopracciglio e la fissò, sembrava un po’… Era un’espressione che faceva fremere la spina dorsale.
“Cosa?”
“Niente.”
Camar ritrasse mano e slegò la fune. Alla fine i polsi furono liberi. Doyeong scosse velocemente le mani leggermente intorpidite.
Aveva rilasciato con successo le sue braccia. Non poteva scappare perché la sua gamba era ancora rotta ma aveva già superato il primo passo.
“Tenente, lo mangerai? Lo griglierò per te.”
Camar era piuttosto abile nel preparare il pesce per grigliarlo. È proprio come Tarzan che si prende cura di Jane alla deriva.
Doyeong non voleva credere ai suoi pensieri inconsci.
‘Questo significa che, sono Jane? eh? Sono Jane!?’
Quella lì non è come Tarzan visto che è completamente vestita. È più simile alla Sirenetta che colleziona oggetti umani.
Doyeong guardò Camar grigliare il pesce e chiese.
“Quando sei nata?”
Pensava che Camar non avrebbe risposto ma andava bene. Non c’era nient’altro da fare. Chiederlo non avrebbe fatto male.
“Quattordicesimo secolo prima di Christos.
Ma questa volta Camar rispose. Non sapeva quali fossero i criteri per rispondere o meno ma per ora Doyeong si accigliò.
“Christos? Intendi Cristo?”
Non sapeva che linguaggio fosse ma sentiva di averlo sentito da qualche parte. Fu solo dopo che capì che era greco antico.
Camar annuì.
“Hai ragione se stai parlando di un uomo che è morto venendo inchiodato.”
N/T: Non credo serva specificare ma si riferisce ai chiodi usati per attaccare Gesù alla croce.
Doyeong fissò intensamente Camar.
“Il quattordicesimo secolo AC? Quindi stai dicendo di aver vissuto per oltre tremila anni?”
“Umm.”
Doyeong scosse la sua mano.
“Dimenticatene. È colpa mia che ho chiesto.”
Camar era disorientata.
“Perché?”
‘uomo poggiò il mento sulla sua mano, il gomito sul ginocchio piegato della gamba illesa e sospirò.
“Avrebbe senso che un’idiota come te abbia vissuto per tremila anni?”
In teoria i luax si dicevano essere immortali. Ma questo era un mondo dove era abbastanza raro trovarne uno che aveva vissuto per mille anni. Anche se solo per scherzo, non c’era motivo di dire che se un luax celebrava il suo undicesimo sessantesimo compleanno (se la matematica non è un’opinione allora sono 660 anni), il cielo doveva essersi preso cura di lui.
Ma Camar aveva un’espressione imbronciata sul suo volto.
“Non sono un’idiota.”
“Se avessi tagliato quel numero a metà avrei finto di essere pazzo e ti avrei creduto.”
“No, sono 3350 anni. Ma ho dormite per molto tempo. Lassù.”
Camar indicò la montagna nel mezzo dell’isola come se acclamasse la sua innocenza.
Un giorno stava piovendo e c’era vento. Grande tempesta. Molto grande.”
Allora, come se raccontasse una favola, stese le sue mani per esprimere una grande tempesta o forse un tifone.
“Ha aperto l’area dove dormivo. Il mio corpo…”
Si sforzò di spiegare perché non riusciva a ricordare le parole e fece un gesto in cui il suo corpo balzava in avanti. Allora mosse le sue dita in un movimento circolare.
“Sono strisciata fuori. Mi sono svegliata in una pila di sporco quindi sono uscita.”
Doyeong si accigliò. Era perché non sembrava più una bugia quando disse questo.
Anche se era un mondo dove esistevano i vampiri, aveva pensato che fosse impossibile. Non voleva credere nel numero 3000. Ma, l’essere seduta di fronte a lui con un’espressione confusa, era davvero vecchia come alcune mummie?
Doyeong ispezionò Camar ancora una volta. Stava agendo davvero sfacciatamente ma a Camar non importava minimamente. Semplicemente non capiva perché lui lo stesse facendo dato che aveva detto la verità, dopotutto. Vedendo qualcosa del genere…
“Quando ti sei svegliata?”
Quando l’uomo la questionò, ancor pieno di dubbi, Camar inclinò la testa una volta di qui e una volta di là come se contasse internamente.
“Quattrocento anni fa?”
Proprio come un orso in ibernazione, quando diventava difficile trovare cibo, anche i vampiri andavano deliberatamente in un lungo sonno. Ma questa era una cosa del passato.
Nell’era moderna dove il cibo era abbondante, non c’era alcun bisogno di ibernarsi quindi c’erano davvero pochi vampiri che andavano in ibernazione.
Di fatto, ai vecchi tempi, non c’era molta differenza tra cento e duecento anni. Gli agricoltori aravano sempre la terra, i re combattevano e così via.
Ma in questi giorni le cose cambiavano così velocemente che non potevi neanche sapere come sarebbe stato il mondo quando ti saresti svegliato dal sonno, il che era probabilmente il motivo più grande per cui i vampiri non si ibernavano più.
Doyeong pensò e chiese ancora.
“Quando sei arrivata su quest’isola?”